mercoledì 21 settembre 2011

Marcovaldo

Inizio:  1 maggio 2011
Fine: 31 maggio 2011

Leggendo Marcovaldo non ho avuto dubbi: la città sullo sfondo è proprio Milano.. Non che Calvino abbia fatto riferimenti più specifici.. assolutamente no, la chiama semplicemente la città. Eppure per nemmeno un momento ho potuto pensare che non fosse la mia Milano. Sarà che si parla di tram, di gente che corre e va di fretta, sarà che si parla di una città deserta ad agosto... non so ma per me è Milano. Cinque volte passano le stagioni in queste venti novelle che hanno come protagonista Marcovaldo, un manovale giun to dalla campagna che vive e lavora in città. I suoi occhi sono abituati alla natura, al verde, agli animali, alle cose sane e semplici e Marcovaldo proprio non può rinunciare a cercare questa semplicità anche nelle strade della sua nuova città. Ma purtroppo queste cose non si trovano così facilmente in un mondo grigio: grigio nebbia, grigio fumo, grigio asfalto, grigio palazzi... Nonostante questo Marcovaldo ha proprio occhio per le piccole cose: scova dei funghi vicino ad una fermata del tram, coglie le stelle sfruttando le luci intermittenti di un insegna, dorme al fresco su una panchina, per avere ancora quella sensazione di libertà della campagna, va a pescare dove può, rincorre dei gatti per sentirsi un po' come loro: padroni del mondo. Marcovaldo è davvero tenero, dolce, spontaneo, anche un po' ingenuo, ma buono, buono come il pane. Grande lavoratore, ovviamente sfruttato, manda avanti una famiglia numerosa in una piccola mansarda, afosa d'estate e fredda d'inverno. Fa tenerezza quest uomo, sempre un po' bambino dentro (nel senso più alto del termine) che ricostruisce quel mondo tanto amato, la campagna, in quella scala di grigi che è la città, affinchè i suoi figli ne possano godere.
Leggetelo, davvero, ne rimarrete stregati!

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