fine: 14 agosto 2012
Sicuramente
non è all’altezza di Sei Biblioteche. Che dire, sono abbastanza perplessa… mi
aspettavo qualcosa di più da questo autore che con il suddetto libro si era
presentato così bene… ed invece questa è stata un po’ una grossa delusione.
Grossa anche perché ero convintissima di trovarmi davanti ad un giallo
bellissimo. Mi sembrava di rivivere lo sconforto provato leggendo La Biblioteca
delle Anime. Qui la trama non è così scontata, tutt’altro, ti prende
moltissimo, incalza fino alla fine, mancano poche pagine e non puoi far altro
che divorarle pensando che devi assolutamente sapere… e poi, il libro è finito,
la spiegazione è breve, assurda e confusa! E resti lì pensando che forse ti è
sfuggito qualcosa. Non, in realtà non ti è sfuggito nulla, è proprio la fine
che è assolutamente assurda. Non trovo altro termine per definirla. Ma andiamo
con ordine… l’ispettore Dejan Lukic viene chiamato per via di un cadavere alla
libreria Il Papiro, gestita dalla signorina Vera e dalla sua socia Olga. È Vera
ad esporre i fatti: un uomo, che leggeva beatamente seduto su una poltrona non
ha risposto ai suoi richiami al momento della chiusura; la signorina pensando
fosse addormentato s’era accostata e lo aveva toccato… lui era già cadavere.
Cosa può esserci di strano in una morte così? Nulla molto probabilmente, il
povero uomo potrebbe avere avuto un infarto o qualcosa di simile. Tuttavia il
medico legale non riesce a stabilire una causa certa della morte, niente
infarto, niente aneurisma, niente ictus, niente di niente. Niente morte per
cause naturali insomma. Il mistero si infittisce quando a quella dell’uomo
segue anche quella di un ragazzo, sempre al Papiro. Anche per lui, nessuna
causa apparente. Nessuna causa naturale perlomeno. Ma allora cosa uccide queste
persone, sempre che di omicidio si possa parlare? Dejan e Vera cominciano a
frequentarsi, inizialmente per chiarire alcuni punti investigativi. L’ispettore
ha bisogno di molti particolari per cercare almeno alla lontana di
raccapezzarsi in questo labirinto. Viene così a sapere qualcosa di più sulla
libreria e su chi normalmente la frequenta: clienti normali e “pazienti” come
li chiama Vera; clienti un po’ strani, diremmo noi, con qualche piccola mania o
qualche rotella fuori posto, ma comunque gente innocua, che gironzola
abitualmente per la libreria e che Vera ed Olga accettano ben volentieri.
Niente insomma di così anomalo da poter giustificare quelle morti. Chi c’è
dietro dunque? Forse il terrorismo che sta tentando di diffondere veleni
altamente tossici sui libri? Armi chimiche?? Sembra di rivivere Il Nome della
Rosa di Eco. La squadra dell’Antiterrorismo si mette all’opera, non prima di
aver attentamente messo sotto intercettazione chiunque (polizia compresa), ma
nemmeno loro sembrano trovare una strada plausibile, armi chimiche comprese,
escluse all’istante. Un altro cadavere infittisce il mistero, quella di una
donna questa volta.. una di quelle che Vera definisce “pazienti”. L’unica cosa
che sembrerebbe collegarsi a queste morti è la presenza ormai certa dell’Ultimo
Libro. Un libro con una potenza straordinaria che pare uccida chiunque lo
legga. A raccontare, o meglio, a far trapelare questa teoria è però uno dei “pazienti”
della libreria. Che fare? Credere ed indagare oppure lasciar perdere? Dejan
decide di seguire questa unica pista visto che non ve ne sono altre
percorribili….
Non
vi voglio raccontare altro. C’è ben poco da raccontare in realtà arrivati a
questo punto, se non la fine di questo giallo; la trama merita, è davvero intrigante,
ma nulla più. Io sono rimasta davvero delusa dalla fine, dalle ultime pagine. Non
ve lo consiglio onestamente. Credo che un giallo si componga di vari elementi:
trama, originalità, colpi di scena, deviazioni, cambi repentini, spiazzamenti…
c’è quasi tutto, quasi… manca un finale decente.
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