giovedì 23 agosto 2012

Tortuga


Inizio: 14 agosto 2012
Fine: 15 agosto 2012


Sono davvero rimasta piacevolmente colpita da questo libro. L’ho comprato tempo fa su IBS e già da un po’ giaceva sulla mia libreria, in doppia fila. I pirati e il loro mondo rappresentano una parte di storia che mi ah sempre molto interessato. Al di là dei meri avvenimenti storici, scrivere di pirati e scrivere bene, non è così facile. Quindi, guardavo il libro di Valerio Evangelista chiedendomi se dentro quelle pagine avrei davvero trovato quello che cercavo. Ma le vacanze sono vacanze e così mi sono portata in montagna una dozzina di libri da leggere… Tortuga è tra quelli.
Rogerio de Campos è un portoghese a bordo di una nave spagnola, la Rey de Reyes. È un nostromo e, quando i pirati attaccano la nave su cui viaggia, è uno dei pochi risparmiati. Lorencillo (Laurens de Graaf), a capo del Neptune (ciurma appartenente ai pirati dei Fratelli della Costa), lo risparmia perché l’Ammiraglio De Grammont ha bisogno di un nuovo nostromo. A stare a sentire la ciurma del Neptune, Lorencillo può essere considerato un santo o un simpatico burlone se paragonato alla ferocia che sembra avere l’ammiraglio. Rogerio è scioccato per la violenza inaudita di Lorencillo e della sua ciurma. L’uomo è un ex gesuita e come uomo religioso non sembra tollerare i comportamenti violenti e gratuiti perpetrati dalla ciurma sull’equipaggio del Rey de Reyes, figuriamoci accettare la vita che gli si prospetta davanti. Non sa cosa aspettarsi, ma non ha scelta, passa sul Neptune e diventa un Fratello della Costa. In realtà, nonostante le sue paure, la vita sul Neptune comincia bene e l’uomo, rapidamente, si guadagna la stima di quasi tutta la ciurma: si presta a qualsiasi tipo di lavoro, si da da fare, sembra instancabile, in più … placa le tempeste con una semplice preghiera. La ciurma si convince di aver acquisito un ottimo elemento e Rogerio comincia a credere che forse questa vita non è così male come pensava. Certo non è facile sopportare alcuni atteggiamenti che Rogerio trova brutali e vergognosi (come ad esempio la sodomizzazione dei mozzi, ragazzini di dieci undici anni, da parte della ciurma), ma cerca di adattarsi come può e riesce perfettamente nell’integrazione. Il suo posto però non è a bordo del Neptune, Lorencillo infatti lo sta portando a conoscere l’Ammiraglio De Grammont, che comanda Le Hardi. Rogerio però non vorrebbe abbandonare il Neptune; a bordo si trova qualcuno (che lui definirebbe un qualcosa) al quale tiene molto. In seguito ad uno scontro la carena del Neptune si era completamente allagata e gli schiavi, legati, erano morti tutti; il gesuita era riuscito ad intervenire in tempo per salvare un’ultima schiava dall’annegamento. Da quel momento Rogerio considera questa donna come fosse sua, come se gli appartenesse. Le porta le sua razioni di cibo, acqua fresca, le parla molto cercando di farle intendere le sue pacifiche intenzioni, nessuno vuole farle del male. Cerca a lungo di mantenerne segreta la sopravvivenza, tuttavia Lorencillo sa perfettamente che una donna tra gli schivi è sopravvissuta e, vista la sua bellezza, decide di non venderla ma di donarla all’Ammiraglio De Grammot. Ovviamente questa, per Rogerio, non è una buona notizia ma è un’opportunità in più per non perdere la donna, che viaggerà con lui su Le Hardi. In uno dei vari abbordaggi a scopo di saccheggio, Lorencillo viene informato che re Luigi XIV ha promesso pace alla Spagna e condanna apertamente la pirateria a danni di galeoni spagnoli. La Filibusta non ha più l’approvazione reale, deve smettere di saccheggiare i mari in lungo e in largo e soprattutto non deve infastidire le navi spagnole. Questa è una cosa inaccettabile; sono le navi che rendono di più, ricche d’oro, d’argento, di schiavi ed anche di cibo. La Filibusta si riunisce per discutere della questione, come una piccola democrazia. Finalmente Rogerio conosce l’Ammiraglio De Grammot, che, nonostante tutto quello che lo ha preceduto, non sembra spaventarlo, non sembra impressionarlo particolarmente. Forse anche perché De Grammot è malato di gotta e non riesce a mantenersi in piedi per molto tempo se non grazie agli intrugli del medico di brodo (e personale) Exquemeling. L’immagine che ne ha il gesuita è quella di un povero vecchio. Il povero vecchio, invece ha forza da vendere e un carisma incredibile; decide che non ci si può assolutamente piegare al volere di un sovrano a chilometri di distanza e decide di andare a saccheggiare una città con una difesa straordinaria: Campeche. Tutta la filibusta parte per l’impresa. Rogerio nel frattempo cerca di vedere sempre più spesso la sua schiava, che ora passa il suo tempo chiusa in una stanza attigua a quella dell’Ammiraglio e si ingegna affinché la ragazza gli venga consegnata da De Grammot come ricompensa. Non importa quali siano le ragioni dell’Ammiraglio, il gesuita farà ogni cosa in suo potere (ogni cosa) per avere ciò che egli crede suo di diritto.  Rogerio si sta spingendo ben oltre il consentito.
Non vi rivelo l’ultima parte di questa storia davvero avvincente, nella quale si può vedere l’evoluzione di Rogerio da religioso a spietato pirata. C’è un substrato molto consistente che parla proprio di quesito: di come Rogerio cambi, in modo radicale; ci sono colpi di scena che permettono al lettore di venire a conoscenza di elementi importanti per la valutazione generale delle cose… e poi la fine… bè vi renderete conto di quanto Evangelisti sia stato bravo! S’è salvato dalla fine più scontata e moralista. Si intravede invece la provvidenza, l’equilibrio delle cose, la suprema giustizia. Leggetelo!! Rimarrete soddisfatti sia dalla storia che dalla scrittura di questo bravissimo autore!

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