Inizio: 11 febbraio 2013
Fine: 26 febbaio 2013
La
minestra riscaldata non piace a nessuno. Il libro è carino, certo, ma forse per
chi non ha letto le avventure di Percy Jackson lo è molto di più. Solita solfa.
Trita e ritrita. L’unica novità sono gli Dei. Da quelli dell’Olimpo a quelli
dell’antico Egitto. Per il resto magie, bacchette, bastoni, maghi contro Dei (e
semedei) li avevamo già visti. L’inizio attacca in modo diverso, con una
registrazione (che poi è il libro stesso) dei fratelli Kane, Carter e Sadie, i
quali trasportano il lettore attraverso tutto quello che hanno vissuto fino al
momento dell’inizio della registrazione stessa. Non troviamo il Campo
Mezzosangue ma la Casa della Vita a fare da sfondo a questa avventura pseudo
egiziana. Carter e Sadie vivono separati da un oceano da quando la loro mamma è
scomparsa in un incidente; Carter vive prevalentemente in America con il padre archeologo,
spostandosi però continuamente per il mondo mentre Sadie vive con i nonni
materni e l’unico regalo del padre una gatta di nome Muffin a Londra. I tre si
vedono solo due volte l’anno, per il volere dei nonni molto ostili a Julius (il
papà) che ritengono responsabile della morte della figlia (Ruby, la mamma). Ma
in questa vigilia di Natale molte cose cambieranno. Julius trascina i due
ragazzi al British Museum dove combina il finimondo con un incantesimo che fa
esplodere la Stele di Rosetta e lo rende prigioniero di un sarcofago. E qui
cominciano i guai, sia per i ragazzi, ormai rimasti orfani, che devono farsi
strada in un mondo magico che non conoscono, sia per lo stesso Julius, il
quale, posseduto da Osiride è di fatto stato rinchiuso nel sarcofago da Set,
liberato anch’egli dall’esplosione della stele. Ma i giorni Epagomeni
imprigionati nella stele sono cinque e così vengono liberati anche Iside, Nefti
e Horus. Tutti figli di Geb e Nut. L’unico disposto a prendersi cura
adeguatamente dei ragazzi è lo zio paterno, Amos, che li riporta in America aiutato
da Bast, la dea gatta ospitata dal corpo della gatta Muffin. Nemmeno il tempo
di arrivare che Sadie e Carter si ritrovano a fuggire da mostri egiziani e dei
sconosciuti che danno loro la caccia. Farcito con molti riferimenti alle
antiche divinità egizie, il loro viaggio inizia dall’Egitto, spostandosi
progressivamente in tutto il mondo. Il loro compito? Sconfiggere Set per
liberare Osiride e riportare indietro sano e salvo il padre dal limbo in cui si
trova. A complicare la faccenda ci si mette anche la verità sulla morte della
madre, che i due fratelli faticano ad accettare. Dee che comandano scorpioni,
strane visioni, maghi che vogliono eliminarli c’è molto di quanto già visto in
Percy Jackson. Riusciranno i nostri eroi a salvare il padre prima che giunga il
famigerato 29 dicembre, il compleanno di Set? La risposta è pressochè scontata,
ma ricordatevi che è una saga composta da più episodi e questo è solo il primo.
Forse non tutto è come sembra e starà ai due ragazzi affrontare le difficoltà
armati solo della loro sagacia e del loro amore, che dopo anni riscoprono. Un punto
a Riordan va per il modo in cui è costruito e si modella il rapporto tra due
fratelli, che a malapena si conoscono e si sopportano. Interessante è anche il
fatto che i capitoli vengono narrati un po’ da Carte e un po’da Sadie. Ma aldilà
di questo non c’è molta originalità. Ve lo consiglio come lettura leggera e
divertente ma non aspettatevi granchè; purtroppo alcuni autori hanno la
tendenza a continuare a scrivere romanzi seguendo la scia di successo che hanno
avuto i primi. A scapito del lettore che si ritrova a leggere cose già lette.
Nessun commento:
Posta un commento