giovedì 5 settembre 2013

Hunger Games - Il Canto della Rivolta

Inizio: 29 agosto 2013
Fine: 2 settembre 2013

Ragazzi che mazzata. Nemmeno il tempo di rimettere la copertina al secondo libro e già avevo svolto il terzo, giusto per farvi capire quanto questa donna è capace di tenermi incollata alle sue pagine. E mi ci ha tenuto fino a notte fonda. Ho dovuto leggerlo tutto d’un fiato. Oddio, d’un fiato no, perché leggendo alcuni passaggi mi mancava l’aria, ho dovuto fermarmi. Fermarmi a respirare, perché, pur essendo entusiasta della saga, devo ammettere che questo libro ha un sapore diverso rispetto agli altri. Se avesse un colore sarebbe il grigio, piombo. Se avesse un odore sarebbe quello della muffa, che si attacca in gola. 

Katniss, Johanna, Beetee e Finnick sono stati salvati dall’arena. Proprio quando Katniss, aggredita da Johanna, pensava di essere spacciata ed il suo obiettivo, mantenere Peeta in vita, completamente fallito. Ed il suo risveglio, in una stanza d’ospedale del Distretto 13 è decisamente peggiore dell’Arena. Il Distretto 12 non esiste più, completamente raso al suolo dalle forze di Capital City per ordine di Snow. Qualcuno si è salvato, grazie alla prontezza di spirito di Gale; la famiglia del ragazzo e quella di Katniss sono state tratte in salvo dai ribelli del Distretto 13 (tra i quali lo stratega Plutarch, vecchia conoscenza), ma molti altri sono morti. Come l’intera famiglia di Peeta. Giusto, Peeta, lui dov’è? Non è stato tratto in salvo ed è stato preso da quelli di Capital City. Katniss stenta a credere che Haymitch lo abbia abbandonato così dopo aver promesso che avrebbe fatto il possibile per tenerlo in vita; ma lei ancora non sa che una forza più grande gioca con le loro vite. Una forza chiamata Coin. Katniss è stata scelta per personificare la rivolta contro Capital City, la Ghiandaia Imitatrice sarà il volto e la voce di tutti i ribelli. Mentre lei ancora si dispera per Peeta, il suo staff, rapito dalla capitale, è pronto per farne la star di cui la rivolta ha bisogno ed una troupe televisiva è già indaffarata pronta a girare. Solo Finnick sembra comprendere il suo dolore e condividere il suo stesso sdegno per essere letteralmente usati come pedine. Quando ormai Katniss ha perso ogni speranza che Peeta sia vivo, lui comincia ad apparire nelle televisioni rilasciando interviste: sofferente, magro e soprattutto orchestrato a dovere. La Ghiandaia ricatta la Coin per riavere Peeta, ma non è preparata a quello che si trova davanti: il ragazzo non è più lui. La odia, vede il male in lei, la vuole uccidere, eppure si è fatto quasi ammazzare per avvertire il Distretto 13 di un’imminente bombardamento. Qualcosa di lui deve esser pur rimasto. Attraverso incursioni più o meno fittizie nei vari Distretti, la rivolta va avanti. Incalzata anche dai pass-pro mandati in onda illegalmente da Beetee. Ora bisogna prendere Capital City e soprattutto Snow. Katniss ignora il prezzo che avrà tutto questo, lo immagina, ma non sa realmente quello che le aspetta. Solo più tardi si renderà conto davvero quale scia di sangue sia stata necessaria per arrivare a Snow. Sangue della sua stessa famiglia e dei suoi amici. Sangue di innocenti e di passanti ignari.


La fine di questo libro (e della saga) è tutt’altro che scontata. Ci si arriva un passo alla volta, in un’atmosfera claustrofobica e maniacale, quasi paranoica. La spietatezza del sistema non è filtrata dalla Collins come nei libri precedenti, ma arriva dritta come un destro ben piazzato. E stordisce, il lettore come i protagonisti. È crudo, feroce e incalzante. Ho letto molte recensioni nelle quali si criticava la figura di Katniss, così come la Collins l’ha voluta in questo ultimo capitolo. A me personalmente è piaciuta moltissimo, estremamente umana, nel senso alto del termine, nel senso di essere umano con tanto di punti deboli e crolli. Ho apprezzato molto l’evoluzione del personaggio e la capacità di coinvolgere il lettore fino all’ultima pagina. So che stiamo parlando di un fantasy, ma riesce a commuovere davvero in certi passaggi. In altri, smetti semplicemente di respirare. Libri come questo mi fanno realmente capire quale potente forza abbiano le parole.

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