Inizio: 3 giugno 2015
Fine: 4 giugno 2015
Ad essere onesti mi ha catturato la
copertina. Mi succede di rado (ultimamente più spesso a dire il vero) di
scegliere un libro dalla copertina, ma questa volta era troppo espressiva. E
non appena ho avuto conferma che il periodo storico fosse quello al quale
l’immagine rimandava, l’ho comprato. Io non ho letto Jane Eyre, quantomeno non
ancora, perché mi sento un po’ in vergogna ad ammetterlo, sento la laurea in
lingue e letterature ribellarsi. Non mi piace fare paragoni tra autori ed
epoche, ma se dovessi darvi un’idea il più verosimile possibile, vi dire che
questo libro è un delizioso… cocktail: una parte di Jane Austen, una mezza di
Ann Radcliffe, una spruzzatina di Conan Doyle con un retrogusto alla Tracy
Chevalier. Me lo immagino questo calice ghiacciato, con un liquido di un bel
rosso scuro ciliegia, tendente al nero del mirtillo, rinfrescato dalla menta,
con quella sua bella fogliolina verde.
Detto per inciso: lo adorerete.
1890 Dover, Inghilterra. Charlotte
Pauly sta attraversando la Manica ricca di timori e nuove speranze. Guarda alla
costa attraverso la foschia domandandosi cosa ne sarà di lei che è stata così
coraggiosa da abbandonare Berlino e la sua patria per andare a fare l‘istitutrice
nel Surrey, a Chalk Hill. Grazie alle ottime referenze ha trovato velocemente
impiego presso la casa Sir Andrew Clayworth, che sembra particolarmente
esigente nell’educazione di sua figlia Emily, di soli otto anni, la quale attraversa
un periodo difficile, avendo perso la madre da poco più di cinque mesi. Un impedimento
improvviso bloccherà Charlotte in quel di Dover per una notte, trovando
ospitalità presso la casa della signora Ingram. E quella strana notte è solo l’inizio;
la mattina successiva Miss Pauly raggiunge la stazione di Dorking e da qui, in
carrozza arriva alla bellissima tenuta di Chalk Hill. La casa è gestita
impeccabilmente dai domestici ed Emily, con sua sorpresa, ha ancora la tata. Nora
infatti non è stata allontanata a causa della morte di Ellen, evitando di
causare altri traumi alla piccola. Ma c’è qualcosa in quella casa, qualcosa nei
domestici, in Mrs Evans (la governante) ed in Wilkins (il cocchiere) che non
torna. Sembrano custodire segreti inconfessabili.
1888 Londra. Tom Ashdown ha perso la
moglie e la sua vita si è decisamente fermata. Senza Lucy nulla sembra avere
più importanza. Alle volte gli sembra di percepirla seduta sulla sua sedia.
intenta a ricamare nell’angolo mentre lui scrive recensioni ed articoli per i
giornale. Ovviamente però, quando si volta, lei non c’è. Inaspettatamente riceve
la lettere di un caro amico, John, che ha bisogno del suo aiuto. La cognata,
Emma, sembra essere vittima di un ciarlatano, un tale di nome Belvoir. Egli afferma
di poter parlare coi defunti e continua a spillarle danaro consegnandole
preziosi messaggi del fidanzato Gabriel, morto mesi prima in un incidente. Loro
si si augurano che lui, possa ad partecipare una seduta e poi scriverne sul
giornale, smascherandolo. La strada che intraprende, non senza riserve
personali e timori, lo porterà a collaborare con un gruppo di scienziati, la Società per la ricerca psichica,
capeggiata da Henri ed Eleanor Sigdwick.
A Chalk Hill Charlotte deve
sgomitare non poco per imporre la sua figura di istitutrice. Emily è una bambina
meravigliosamente intelligente e collaborativa, tuttavia in casa vige un certo ostruzionismo.
Il nome di Ellen ed in generale nulla che la riguardi può essere nominato;
nessuno può parlare di ciò che è successo quel giorno al fiume Mole e Sir
Andrew si mostra particolarmente rigido, freddo e irremovibile; Wilkins quasi
non le parla più e Mrs Evans è apertamente ostile. Inoltre Nora, la tata,
timorosa di essere scalzata dalle grazie di Emily, fa di tutto per sottrarre la
bambina all’istitutrice. Nonostante le avversità Charlotte riesce a mettere la
sua posizione in chiaro ed a cominciare il suo lavoro. Trascorrono assieme
momenti spensierati, fanno passeggiate e piccole gite, oltre a studiare
quotidianamente. La serenità della piccola però è costantemente messa a prova
da incubi notturni, accompagnati da fenomeni strani (finestre aperte, macchie
di umido, foglie sulle scale) che portano Miss Pauly a sospettare che Emily
soffra di sonnambulismo. I suoi incubi, i suoi momenti di assenza, nei quali,
seppur desta, sembra essere lontanissima con la mente, potrebbero derivare
dalla difficoltà di elaborare un lutto (quello della perdita della madre) dato
che il padre le ha fin da subito impedito di farlo. Charlotte, dopo aver
cercato informazioni senza ottenere alcuna risposta decide di chiedere in giro.
Tutti sono riottosi a raccontare della tragedia di Chalk Hill, ma alla fine
appare chiaro che Lady Ellen si sia tolta la vita gettandosi nel fiume. Tutti
la ricordano come una madre estremamente premurosa ed affettuosa con Emily,
della quale si è sempre occupata personalmente (chiaramente controcorrente
rispetto alle usanze). Perché mai una donna così giovane, benestante ed
innamorata della figlia dovrebbe suicidarsi? Miss Pauly intuisce che la verità
potrebbe essere molto più scomoda e nascosta di quello che appare. Nonostante i
battibecchi con Sir Andrews e qualche scaramuccia con Nora, la vita a Chalk
Hill sembrerebbe trascorrere abbastanza bene, se non fosse per gli episodi
notturni di Emily. Qualcosa evidentemente disturba il sonno della bambina che
comincia, seppur con timore, a rivelare di parare con la mamma. E non solo:
Emily giura che sua madre la va a trovare quasi tutte le notti e che presto la
porterà via con sé… le allarmanti rivelazioni della bambina, alcune informazioni
delle quali non avrebbe potuto realmente disporre spingono suo padre a chiamare
in causa, segretamente, la Società per la ricerca psichica. Thomas Ashdown
dovrà stabilire se la piccola Emily abbia o meno poteri paranormali. In alternativa,
la piccola potrebbe avere una malattia mentale. Nulla di buono incombe su Chalk
Hill. E Charlotte è esattamente al centro della tempesta che sta per
scatenarsi.
Non vado oltre, perché proprio non
si può e vi ho già detto molto di più di quanto avrei dovuto (ma non voluto!). questo
libro è davvero avvincente e per nulla scontato. L’epilogo ha dell’incredibile,
non lo avrei mai nemmeno preso in considerazione e pertanto mi ha completamente
sbalordito. Leggetelo, a me è durato poco meno di ventiquattro ore tra le mani,
scommettiamo che ci metterete anche meno?
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